
Pio è stato giocatore amaranto nella storica stagione 2001-02 con Jaconi e in metà della successiva con Donadoni; in questo breve periodo ha deliziato la tifoseria amaranto mettendo insieme a una tecnica tutt'altro che indifferente, l'impegno e l'abnegazione di chi è disposto a sposare una causa. «Più che una squadra questa è una famiglia. Noi nuovi abbiamo trovato subito un felice inserimento dovuto al gruppo esistente. Ho sempre giocato più avanti, anche come esterno, ma mi è stato chiesto di fare il tornante e sto cercando di svolgere questo ruolo nel migliore dei modi. Avrò meno occasioni di andare a rete ma è importante che la squadra funzioni e vinca». Quelle che sembravano le semplici parole di circostanza che esprime un giocatore per imbonirsi la tifoseria all'indomani della prima giornata, risultarono per il trequartista dal baricentro basso ed i calzetti spesso allentati lo stimolo ad inserirsi proficuamente nel gruppo che faceva capo a gente col carisma di Vanigli, Gelsi e Protti e che sotto la guida di Jaconi divenne una squadra eccezionale.

Jaconi, oltre ai sacrifici, gli chiedeva di muoversi sulla fascia opposta a quella di Protti per dar manforte al pivot Alteri o cercare la soluzione personale sfruttando l'inserimento a sorpresa e in questa situazione tattica si colloca il gol dell'1-0 al Pisa al 45' di un primo tempo in cui i nerazzurri, tecnicamente inferiori, avevano spaventato gli amaranto sul piano del ritmo, prima di sgretolarsi in una ripresa in cui vennero raddoppio di Alteri e vittoria finale, con Pio che si fece il giro dello stadio salutando tutti i paganti. «Ho ancora i brividi a pensare a come era pieno lo stadio ... Bellissimo. Sai che i pisani mi odiano ancora?». Commenta il Pio, che nel frattempo è diventato allenatore.
Durante il campionato che avrebbe dalla C1 riportato il Livorno in B dopo 30 anni Pio di gol ne segnò e importanti come quello nel derby del 3-0 alla Lucchese: «Veramente emozionante quando si entrava all'Ardenza...Che spettacolo...Solo a vedere gli spalti all'ingresso si vinceva già 3 - 0! Boia de!», oppure la punizione nel sette in un Livorno - Lecco disputato sotto il nubifragio: « «Ero concentratissimo e pensavo davvero di segnare. Ho calciato bene, con potenza. La palla è schizzata via andando come un proiettile verso la porta...».

Un capitolo a parte meritano poi le partite col Treviso, diretto concorrente alla promozione, punito all'Ardenza dopo due minuti e al Tenni nel primo quarto d'ora entrambe le volte con inserimenti sotto-misura, che aprirono la via a due vittorie decisive; «Più che una squadra eravamo una famiglia di ventimila persone. Tutte queste persone hanno contribuito a vincere quel campionato; noi in campo e voi sugli spalti. Poi un vero babbo come il mister Jaconi riuscì a far fare il salto di qualità, non solo a noi giocatori ma anche a voi che lo avete avallato in tante scelte, giuste o sbagliate, ma consentimi di dire vincenti.»
Ogni argomento è buono per tornare a quel magico 2001-02, grazie Pio per averlo rivissuto insieme a noi.

per le immagini di questo servizio si ringraziano IL TIRRENO e Foto NOVI
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