Paolo Stringara ricordava bene la partita di andata. Il Livorno a Carpi era stato devastante e sull'1-5 finale aveva staccato le ruote da terra in quello che ancora oggi è il miglior decollo mai avvenuto in un campionato di serie C: 9 partite 27 punti.
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Beppe Geraldi escluso a sorpresa |
In quel 1 febbraio del 1998 a Livorno la gente soffriva, gli amaranto erano in calo e la settimana prima lo scoppio di uno scandalo fece pensare a tanti che qualcuno stesse tramando per arrestare la cavalcata dello squadrone appena arrivato dalla C2 e subito impostosi a dettare legge nella corsa alla serie B.
Stringara scelse la via più difficile e mettendosi un po' sottogamba l'avversario strapazzato a domicilio, rivoluzionò la squadra: Fuori Geraldi e dentro Marcato che rientrava da un infortunio, fuori Cordone e dentro DeVincenzo in mediana, fuori Scalzo e dentro Ramacciotti in attacco. E non era tutto; in cabina di organizzazione, accanto a Nardini vennero inseriti un bimbo, Charly Ferretti e un giocatore appena arrivato dalla serie A, Ciccio Desideri, che non vedeva il campo quasi da un anno. Il Carpi, allenato da DeVecchi e in lotta per salvarsi, si presentò abbottonatissimo con una sola punta Bernardi e un argentino, Ricchiuti, a fare da spola tra lui e il resto della squadra. L'inizio fu incoraggiante, sprazzi di bel gioco, poi Bonaldi, al 21' superò il portiere ma non il palo e su quel legno, come un tarlo, gli emiliani presero fiducia e nei livornesi crebbe la paura.
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Nardini e Bonaldi, diversamente protagonisti |
Finito il primo tempo, Stringara modificò qualcosa; Scalzo e Cordone ritrovarono il loro posto e la squadra tornò all'arrembaggio, ma bastarono pochi minuti a gelare di nuovo il sangue ai 13.000 dell'Ardenza. Bonaldi reagì alla provocazione di Cupi andandogli a ringhiare sul viso e il difensore, cha altro non aspettavava e stramazzò al suolo: cartellino rosso per il Capitano. DeVecchi, senza fare una piega, tolse anche Ricchiuti rinforzando ulteriormente il reparto arretrato e l'area carpigiana diventò una bolgia. Cross, respinte, tiri, respinte, lanci, respinte. Il portiere DiMagno sembrava avere mani ovunque e negli ultimi dieci minuti strozzò l'urlo in gola a Scalzo, a Scichilone (subentrato a Ferretti) e a Nardini. Proprio Nardini al 94' si stava avvicinando a Desideri intento a calciare una punizione, quando Ciccio alzò lo sguardo e gli strizzò l'occhio; fu la mossa decisiva perché né i tre uomini di barriera, né gli altri sette assembrati tra la linea di porta e il dischetto si accorsero del gesto. Desideri partì come per tirare, poi rallentò la corsa simulando il cross e invece eseguì la torsione per porgere la palla indietro. La partita è finita e tu la passi indietro? Si! Perché Sui venti metri Nardini si aspettava quella palla e dalla distanza sparò un destro di collo che entrò, imparabile, nel sette.
Visto dalla curva Sud, tra la gioia per quel pallone che entrò e la meraviglia audiovisiva della Nord che esplose, quel gol è ancora uno stato di agitazione della memoria inesprimibile a parole.
di Beppe Jani, per Amaranto SFL agosto 2014
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