domenica 4 dicembre 2011

Mandorlini e malattie

Si è presentato in sala stampa come l'attore che va a ritirare l'Oscar. Andrea Mandorlini, poverìno, teneva a vincere contro a Livorno più per la sua soddisfazione che per il risultato della sua squadra. Forse perché questa vittoria gli mancava dal 2002, più probabile perché anche quel Livorno - Spezia 0-1 assunse un mese dopo la stessa importanza che ha lo scarico di un piccione sul lunotto anteriore a dieci metri da un autolavaggio.
Le parole del dopo Livorno - Verona 0-2, invece di incensare i gialloblu, venuti all'Ardenza a insegnare come si gioca a pallone, sono tornate a quel campionato di C1 vinto da Jaconi e il Livorno davanti alla Triestina e alla Lucchese, commentandolo per citare Il Tirreno come un «successo frutto di un calcio sporco, malato». Ah ah ah... Mi scuseranno i lettori.
Beato Mandorlini, viene da dire, che il calcio di oggi (quasi dieci anni dopo) lo vede pulito e guarito; probabilmente dopo aver trascorso un periodo di delusioni tra esoneri e magre esperienze all'estero l'allenatore neo-promosso con il Verona dalla C1, che evidentemente è la categoria dove riesce ad esprimersi meglio, ha definito la diagnosi secondo la quale se lui vince (e convince) il calcio è uno sport sano, se lui mastica fiele il discorso cambia.
Tanta acredine a distanza di dieci anni non può riferirsi soltanto a quel campionato dove Vanigli, Protti e tutti gli altri fecero scempio del girone settentrionale con un campionato da 20 vittorie, 13 pareggi e 1 sconfitta, 62 gol fatti, 21 subiti. Più presumibile è che questo sentimento sia cresciuto alla distanza. Per esempio nel 2002-03, quando col Vicenza avrebbe voluto mettere i bastoni fra le ruote a Igor in corsa per il titolo di cannoniere (poi ottenuto), mentre i suoi uomini in campo con più maturità si accordavano per un 2-2 che faceva comodo a entrambe le squadre. Magari nel 2003-04, quando con l'Atalanta stellare (citando a memoria Pazzini, Montolivo, Budan, Taibi, Vugrinec...) doveva ammazzare il campionato, invece per festeggiare la promozione in A dovette attendere una settimana in più del Livorno, uscito indenne da Bergamo dopo 95 minuti di barricate con il miglior Mareggini di sempre. O vuoi vedere che magari gli rode ancora l'esonero di Siena della stagione 2007-08, scaturito dal 3-2 labronico all'Artemio Franchi firmato Tavano-Begvold-Knezevic?
Come dimenticare poi il 2008-09; Mandorlini si presenta all'Ardenza con il Sassuolo e perde 3-2 per il gol di Tavano al 94' mentre Masucci al 95' prende un palo, poi nel ritorno al Braglia di Modena, si accorda con gli amaranto per il 2-2 prima che Danilevicius, in pieno recupero, vada a segno fra lo stupore generale facendo esplodere una bufera al rientro nel sottopassaggio.
Giustissimo quindi che Mandorlini, dopo tanti tentativi andati a vuoto, si goda la vittoria; la sua seconda al Picchi, magari la prima che serve a qualcosa. Però, prima di andare in pari con tutte le volte che ha sbattuto le corna sulle bandiere amaranto, la strada è ancora lunga.


di Igor dalFiume

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