Daniele Torri di alé Livorno
Campionato 1961-62, sesta giornata, il Livorno pareggia il derby di Pisa in zona Cesarini dopo esser stato sotto dal 18' del primo tempo per il vantaggio nerazzurro firmato da Mungai che a più di uno sportivo livornese seduto sui gradoni ha fatto scappare la frase: "Ma dovevamo proprio lasciarlo andare da loro?" In effetti Francesco Mungai, nato il 9 agosto del 1934, ala sinistra vecchio stampo, maglia amaranto e numero undici sulle spalle nei tre anni precedenti ha divertito il pubblico dell'Ardenza con i dribbling, con gli affondo, con i cross e non ultimo con i gol; 16 reti in 83 partite di campionato più altre tre segnature che non restano sui tabellini, ma che basterebbero da sole a consegnargli la pagina di storia amaranto che qui gli tributiamo.
"Livorno è sempre rimasta nel mio cuore, ma non solo perché lì nacque mia figlia. Pensate che arrivavo da una realtà come il Pro Patria che alla domenica faceva mille persone allo stadio e mi trovai in un ambiente che mille persone le faceva agli allenamenti." Comincia così la triennale avventura di questo attaccante lombardo che tanto bene si ambientò in una squadra che con lui nel trio d'attacco sfiorò per tre anni di seguito la promozione dalla C alla B. "Un vero peccato, perché soprattutto il primo anno l'avremmo meritata e hanno ragione quelli che dicono che la sospensione di Pisa ci penalizzò". Già la sospensione del derby 1958-59, quella passata agli annali per la rissa che a Mungai costò anche una giornata di squalifica, ma ciò che sicuramente lo ferì di più fu il fatto che l'interruzione per pioggia determinata dall'arbitro gli negò la doppietta con la quale aveva portato il risultato sullo 0-2. "La rissa scoppiò quando a partita interrotta, i neroazzurri si abbandonarono a festeggiamenti accompagnati da sfottò che in momenti di tensione così alta sfociarono in una baruffa generale. Sono cose che non si dovrebbero fare..." si imbarazza qui il commento di Mungai, ma ancora oggi non si trova un livornese che non abbia giustificato e perdonato quella reazione. Da quella partita i giocatori subirono un tracollo psicologico che li relegò al quinto posto finale nonostante un organico di tutto rispetto: "Eravamo proprio una bella squadra, c'era Armando Picchi, c'erano Lessi e Balleri, il mio amico Pisetta in mediana, mentre io, Bretti e Gratton formavamo il tridente offensivo. Gratton segnò più di venti reti quell'anno, soprattutto di testa, si vede che i cross gli arrivavano giusti" commenta ironicamente Mungai autore quell'anno di ben 8 segnature.
La stagione successiva la sfortuna bacia nuovamente gli amaranto che lasciano il primo posto al Prato per un punto ed ancora recriminano per la trasferta di Rimini che Francesco Mungai ricorda così: "Una giornata incredibile per più motivi, non ultimo una nebbia che cala a Rimini fino a impedirti di finire la partita che conducevamo per 3-1 fino a venti minuti dalla fine. Quel giorno poi ho segnato uno dei gol più belli della mia carriera. Abbiamo ancora la foto incorniciata in casa. Ci fu un calcio di punizione da posizione laterale, arriva il cross e io al volo in rovesciata infilo il terzo gol, quello della sicurezza, ma la nebbia non era d'accordo..." Così il Livorno 1959-60, a cui Mungai ha dato altre 4 reti deve nuovamente rinunciare alla promozione sul filo di lana. Sarà così anche la stagione successiva chiusa al terzo posto con Mungai autore di 3 reti. "Mi dispiace chiaramente anche perché una promozione in B con il Livorno avrebbe senz'altro potuto imprimere una direzione più crescente alla mia carriera."
Quel Livorno in serie C che ogni domenica riempiva lo stadio il numero 11 lo ricorda così: "Ci allenavamo quasi sempre allo stadio tra l'entusiasmo contagioso dei tifosi, qualche volta andavamo a Tirrenia e ricordo di aver avuto l'opportunità di fare qualche sgambata sul campo di Villa Chayes. Con Ardisson presidente le cose andavano benissimo e non ho mai avuto problemi di pagamenti. Gli allenamenti erano già quotidiani; il lunedì era riposo, poi facevamo dritti dal martedì al venerdi prima di andare in ritiro il sabato. Per le trasferte si viaggiava in treno, eravamo davvero un bel gruppo." Ricordi nitidi e sentiti che Mungai e il suo amico Pisetta hanno avuto la possibilità di rinfrescare nel 2005, quando vennero a festeggiare i 90 anni del Livorno riabbracciando ex compagni come Lessi e Balleri, ma soprattutto quella popolazione labronica che ai giocatori come loro, che escono dal campo con la maglia intrisa di sudore, una mano sulla spalla non l'ha mai negata.
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