domenica 28 agosto 2011

Gianpiero Piovani: cuore, scatto e classe

Daniele Torri di alé Livorno

Imbattersi in Gianpiero Piovani una sera d'estate è come aprire appena un cofanetto magico e trovarsi travolti da un vortice di immagini. Un po' come quando puntava l'uomo sulla linea laterarale, fingeva il tocco di alleggerimento e poi, con una sterzata lo lasciava a gambe larghe.
Pio è stato giocatore amaranto nella storica stagione 2001-02 con Jaconi e in metà della successiva con Donadoni; in questo breve periodo ha deliziato la tifoseria amaranto mettendo insieme a una tecnica tutt'altro che indifferente, l'impegno e l'abnegazione di chi è disposto a sposare una causa. «Più che una squadra questa è una famiglia. Noi nuovi abbiamo trovato subito un felice inserimento dovuto al gruppo esistente. Ho sempre giocato più avanti, anche come esterno, ma mi è stato chiesto di fare il tornante e sto cercando di svolgere questo ruolo nel migliore dei modi. Avrò meno occasioni di andare a rete ma è importante che la squadra funzioni e vinca». Quelle che sembravano le semplici parole di circostanza che esprime un giocatore per imbonirsi la tifoseria all'indomani della prima giornata, risultarono per il trequartista dal baricentro basso ed i calzetti spesso allentati lo stimolo ad inserirsi proficuamente nel gruppo che faceva capo a gente col carisma di Vanigli, Gelsi e Protti e che sotto la guida di Jaconi divenne una squadra eccezionale.
Aveva già 33 anni ed un passato che parlava anche di serie A dove con la maglia del Piacenza meritò addirittura il seguito del "Piovani group", una manica di fans che un giorno spuntarono anche agli allenamenti di Vicarello per srotolare quello striscione personalizzato che viene dedicato soltanto agli idoli. Anche all'Ardenza ne ebbe uno: "Pio c'è" fu il modo in cui i tifosi amaranto decisero di divinizzarlo.
Jaconi, oltre ai sacrifici, gli chiedeva di muoversi sulla fascia opposta a quella di Protti per dar manforte al pivot Alteri o cercare la soluzione personale sfruttando l'inserimento a sorpresa e in questa situazione tattica si colloca il gol dell'1-0 al Pisa al 45' di un primo tempo in cui i nerazzurri, tecnicamente inferiori, avevano spaventato gli amaranto sul piano del ritmo, prima di sgretolarsi in una ripresa in cui vennero raddoppio di Alteri e vittoria finale, con Pio che si fece il giro dello stadio salutando tutti i paganti. «Ho ancora i brividi a pensare a come era pieno lo stadio ... Bellissimo. Sai che i pisani mi odiano ancora?». Commenta il Pio, che nel frattempo è diventato allenatore.
Durante il campionato che avrebbe dalla C1 riportato il Livorno in B dopo 30 anni Pio di gol ne segnò e importanti come quello nel derby del 3-0 alla Lucchese: «Veramente emozionante quando si entrava all'Ardenza...Che spettacolo...Solo a vedere gli spalti all'ingresso si vinceva già 3 - 0! Boia de!», oppure la punizione nel sette in un Livorno - Lecco disputato sotto il nubifragio: « «Ero concentratissimo e pensavo davvero di segnare. Ho calciato bene, con potenza. La palla è schizzata via andando come un proiettile verso la porta...». Quel giorno «Pio» era corso verso la Nord togliendosi la maglia e facendola roteare sopra la testa dimostrando come la tensione giusta in una partita ti possa far rimbalzare addosso anche la grandine; altro che vecchio venuto a finire la carriera.
Un capitolo a parte meritano poi le partite col Treviso, diretto concorrente alla promozione, punito all'Ardenza dopo due minuti e al Tenni nel primo quarto d'ora entrambe le volte con inserimenti sotto-misura, che aprirono la via a due vittorie decisive; «Più che una squadra eravamo una famiglia di ventimila persone. Tutte queste persone hanno contribuito a vincere quel campionato; noi in campo e voi sugli spalti. Poi un vero babbo come il mister Jaconi riuscì a far fare il salto di qualità, non solo a noi giocatori ma anche a voi che lo avete avallato in tante scelte, giuste o sbagliate, ma consentimi di dire vincenti.»
Ogni argomento è buono per tornare a quel magico 2001-02, grazie Pio per averlo rivissuto insieme a noi.

per le immagini di questo servizio si ringraziano IL TIRRENO e Foto NOVI

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