domenica 27 giugno 2010

Nella storia amaranto - Fabio Alteri

di Daniele Torri (www.alelivorno.it)

«Un ragazzo eccezionale. Diventa addirittura critico nei suoi confronti, si autoflagella con il rischio di andare in depressione. Deve saper reagire in ogni momento anche quando le cose non vanno come vorrebbe».
Per iniziare questo viaggio in un passato neanche troppo lontano, mi piace partire da un commento di Osvaldo Jaconi che di Fabio Alteri fu allenatore nella storica stagione 2001-02. Di quella squadra che riportò il Livorno in serie B dopo una trentina d'anni di attesa Alteri è stato il perno centrale di un attacco stellare per la categoria, che dalla tre-quarti in su poteva schierare anche Protti, Saverino e Piovani; il primo a stretto contatto con la torre centrale protagonista di questo servizio, gli altri due sempre pronti all'inserimento.
Arrivato a Livorno per rimpiazzare Lorenzini che con Protti tanto aveva legato, Alteri partì circondato da un alone di scetticismo, perché era giovane (25 anni), prestante e sconosciuto visto che molti, probabilmente, avevano rimosso una sua segnatura proprio a scapito del Livorno con la maglia del Montevarchi. Bastarono però alcune giornate a far si che il centravanti trovasse posto nei cori della curva nord; un gol e un rigore procurato a Cesena, una doppietta contro la Spal e un gol decisivo a Reggio Emilia. Alla settima c'era il derby che Fabio ricorda così: "... eravamo ancora a inizio campionato, ma ricordo che per quella partita, già dal martedì si avvertiva un'atmosfera particolare. I compagni ci avevano spiegato a cosa andavamo incontro, ma dal sentirlo raccontare al viverlo, l'impressione si intensifica; così, raggiungere Ardenza in pullman un'ora e mezzo prima della partita e trovare lo stadio già pieno ci caricò ulteriormente. Per la prima volta giocavo tra spalti così gremiti una partita importante sia per la classifica che per la tradizione." E infatti segnare un gol contro il Pisa fa si che un giocatore possa entrare nella storia amaranto tra gli indimenticabili, cosa che successe intorno alla metà del secondo tempo, quando Alteri, ricevuto un lancio di Doga, stoppò la palla, saltò il diretto avversario e concluse con un rasoterra ad incrociare, portando il Livorno sul 2-0 e chiudendo la contesa. "Quando ho visto il mio tiro terminare la corsa in rete, non ho più capito niente, se non che in quel momento avevo fatto impazzire una città intera e io, impazzito come loro, mi sono trovato a correre gridando, senza sapere neanche in che direzione stavo andando."
Dopo quel gol il rapporto Alteri-Livorno andò sempre in discesa, nonostante buoni periodi (oltre ai gol si ricordano gli almeno sei rigori procurati, e gli assist come sulla neve di Alzano alla vigilia di Natale) alternati a momenti meno esaltanti (la squalifica di Trieste e i risentimenti muscolari) gestiti con intelligenza grazie anche a un gruppo fortificato da un mister come Jaconi "...persona meravigliosa, schietta con la capacità di gestione del rapporto umano addirittura superiori alle sue già vaste conoscenze tecniche." e a fine campionato giunsero i momenti più esaltanti che suggellarono una stagione tra le più avvincenti. La penultima di Treviso, fu quella che dette ai tifosi (e non solo a loro) la certezza, pur non matematica di aver infranto un tabù; l'azione decisiva dalle colonne de Il Tirreno venne così commentata da Igor Protti autore del gol: "Il lancio di Mezzanotti è stato preciso e altrettanto bravo è stato Alteri nel porgermi la palla. Sai, talvolta basta mezzo metro più in là e tutto sfuma. Invece Fabio me l'ha messa proprio davanti mentre partivo.". Fabio Alteri, a distanza di anni ricorda di più l'intero secondo tempo "... durante il quale la palla non voleva saperne di entrare in porta. Poi mi viene da ridere quando ripenso che la rete sulla quale ci siamo arrampicati per poco non ci cadeva addosso andando a causare chissà quale danno, ma lo stato d'animo non era facilmente controllabile." Quando gli racconto che io ero esattamente 15 metri al di la di quella rete è bello riscontrare che entrambi abbiamo addosso i brividi.
La domenica seguente con l'Alzano fu semplicemente una ciliegina sulla torta di un ruolino di marcia irripetibile (solo una sconfitta) "Quel giorno contro di noi poteva esserci anche l'Inter che avremmo vinto lo stesso. Poi è chiaro che le partite non le vinci mai prima di averle giocate, ma entrammo in campo con una carica e una concentrazione che non a caso ci fecero chiudere il primo tempo già sul 3-0, perché sentivamo addosso i trent'anni d'astinenza e la voglia di tutta la gente tesa a raggiungere un obiettivo. Di quel giorno il ricordo più suggestivo è quello striscione che si alza dietro la curva sud durante il secondo tempo con la folla in delirio. Una sensazione che vissuta dal campo è impressionante."
Prima di congedarsi Fabio Alteri, numero 9 del Livorno nel campionato di serie C1 girone A 2001/02, si ferma ancora per un commento su Igor Protti, imprescindibile compagno di reparto e "...calciatore immenso. Giocare accanto a Igor è una scuola, il miglior compagno di reparto che abbia mai avuto, con lui ho fatto il mio record di segnature, ma c'è da dire che anche lui il 27 che ha raggiunto con me non lo ha più toccato. Grandissimo a livello tecnico e motivatore di quelli che in campo ti parlano fino allo sfinimento, ma che sono fondamentali per il conseguimento di certi risultati".

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