giovedì 24 marzo 2011

Eccoci qua

di Daniele Torri (www.alelivorno.it)

Eccoci qua. Una tifoseria tra le più debilitate d’Italia (anche una delle più coerenti nel voltare le spalle al calcio moderno) rischia la spaccatura a causa delle parole di uno sconsiderato a cui la presidenza ha affidato la panchina. Perdonare Novellino perché si è scusato o mantenergli l’ostruzionismo perché non esiste esser mandati “a cagare” da chi, alla fine della fiera, ha un contratto basato sul tagliando per accedere agli spalti?
Una terza soluzione in un mondo civile ci sarebbe e personalmente credo che farebbe anche più male, all’allenatore come al calcio in generale, ma le utopie è risaputo che spesso restano tali. Ciò premesso, visto che prima della mia passione per il calcio (e non solo di quella) per quanto mi riguarda verrà sempre l’educazione considero che la giusta sanzione per quel signore che manda in campo la squadra sia la costrizione a fare il suo lavoro, senza distrazioni di sorta: se basta ascoltare una frase legittima dell’allenatore avversario per perdere le staffe e il controllo della lingua, sarà meglio che Novellino si concentri solo su ciò per cui è retribuito ovvero fare l’allenatore.
Non è lui che è convinto di raggiungere i play-off? Bene da domani lo faccia parlando al campo di allenamento e urlando dalla panchina, ma davanti ai microfoni e ai block notes dei cronisti si limiti a un sorriso oppure uno sguardo incavolato se pareggia su rigore dopo il novantesimo, perché il suo lavoro è allenare una squadra, il suo obiettivo minimo chiudere il campionato facendola giocare (non pretendiamo bene, siamo livornesi).

Chiedo troppo?
Saluti dagli spalti

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