martedì 28 settembre 2010

Ciao Carlo!

Luciano deMaio da IL TIRRENO del 27/28 SETTEMBRE 2010

Era uno che sapeva soffrire, Carlo Vivaldi. Come gli sportivi veri. E il destino, terribile, le sofferenze non gliele ha risparmiate davvero. Vivaldi si è spento a 74 anni non ancora compiuti (era nato il 14 novembre del 1936), nella sua abitazione di via Grande, sfinito dalla Sla, che l’aveva attaccato anche alle corde vocali. La beffa delle beffe: lui, uomo col calcio nel cuore, ucciso dalla malattia che rappresenta il nemico pubblico numero uno per i calciatori.
Per un quarto di secolo è stato dirigente addetto agli arbitri del Livorno Calcio, salendo di categoria a fianco della squadra, assaporando insieme ai giocatori le gioie per le promozioni conquistate e le amarezze per quelle sfumate: dai primi anni ’90 in Eccellenza al magico 2004 del debutto nella massima divisione a San Siro, contro quel Milan di cui Vivaldi è sempre stato un tifoso.
Un’amicizia vera, profonda, verso Picchi però, portò Vivaldi a seguire Armandino in tutte le imprese più importanti compiute dallagrande Inter a metà degli anni ’60. I due andarono insieme anche ai Mondiali del Messico.
Carlo Vivaldi ha lavorato all’esattoria, prima di raggiungere la pensione. Una volta a riposo, ha dedicato il suo tempo alla passione che aveva per il calcio, lui che in gioventù era stato anche una mezz’ala da serie D: aveva giocato nel Labrone, guadagnandosi il soprannome di “Schiaffino”, per estro ed eleganza. Entrò, così, nei quadri dirigenziali del Livorno, occupandosi del rapporto coi direttori di gara.
Fino a quando le condizioni di salute glielo hanno permesso, Carlo Vivaldi è rimasto accanto al “suo” Livorno. Già nello scorso campionato non ce l’ha fatta a continuare nella sua attività di addetto agli arbitri, perché la malattia avanzava inesorabile. La salma da ieri è stata esposta nell’atrio dello stadio, dove è stata allestita la camera ardente in mezzo ai busti di Armando Picchi e Mario Magnozzi, mentre sul pennone del piazzale Montello la bandiera del Livorno calcio sventolava a mezz’asta. In tanti hanno voluto rendere omaggio alla salma e salutare la moglie: fra loro, Mauro Lessi e Franco Ferretti hanno versato lacrime vere, nel ricordare un amico che non c’è più e che merita davvero le parole migliori, per la generosità d’animo e la signorilità che ha sempre mostrato. Poi Igor Protti e David Balleri, Roberto Tancredi e Paolo Guerrieri, Alessandro Bini e Paolo Nacarlo. Un messaggio alla signora Giovanna, la moglie di Carlo, è arrivato anche da Roberto Donadoni.

Ciao Carlo da parte di tutta la redazione di AMARANTO SFL

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