sabato 24 luglio 2010

Amoroso ci smentisce...

da IL TIRRENO del 24 luglio 2010 a firma Fabrizio Pucci

LIVORNO. «Se hai un’idea rispettala, non perché è un’idea, ma perché è tua». Jim Morrison probabilmente non si interessava di calcio, men che meno dei derby tra Livorno e Pisa, ma il suo aforisma si sposa bene con la storia di Christian Amoroso.
Lui, pisano di nascita, si era accordato con la società amaranto. Un anno di contratto, con opzione per il secondo. Ma non era convinto. E alla fine ha seguito il cuore. Merita rispetto.
Anche se lo osserviamo dal versante livornese. È lo stesso giocatore a rivisitare con la memoria gli ultimi giorni: «È stato un errore mio — dice — perché dentro di me sapevo che non sarei mai potuto venire a Livorno. Ho sbagliato a portare avanti la trattativa. Alla fine non ce l’ho fatta. E ho fatto marcia indietro».
Pressioni da ambienti nerazzurri?
«Affatto. Ho amici ultrà del Pisa. Per loro non ci sarebbe stato nessun problema se fossi venuto a Livorno. Mi hanno dato libertà di scelta, sanno che per me questo è un lavoro e io sono un professionista».
Nessun incidente diplomatico, ma forse sarebbe stato più opportuno rispondere subito “no grazie” alle avances amaranto: «Mi piaceva l’idea di giocare vicino a casa. Ho 34 anni. Ho due bambini e mi vedevo già sistemato. Anzi. Ora mi sento in difficoltà anche nei confronti della mia famiglia perché non ho ancora squadra e già pregustavamo la possibilità di fermarci qui».
Nel calcio dei mercenari, quella di Amoroso è una scelta in controtendenza.
«Giusto. Quando uno va in un posto deve essere tranquillo e sereno. La mia sarebbe stata una scelta di comodo. Ho rinunciato a tanti soldi. Sono sicuro che alla mia età non guadagnerò più tanto. Ma almeno sono a posto con la mia coscienza».



AMARANTO SFL apprende quanto scritto, ne accetta il contenuto, si riserva il diritto di non credere a tutto e si aspettava magari una parola di scuse... ma va bene anche così.

LA REDAZIONE

1 commento:

  1. queste sono le parole di Pillo':
    "Mi ha chiamato dicendomi che non se la sentiva di venire a Livorno perché pisano. Eppure gli avevo parlato diverse volte e non aveva mai espresso questa perplessità. Nella vita non si finisce mai di conoscere le persone."

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