domenica 27 giugno 2010

2001-02 una stagione magica

di Daniele Torri (www.alelivorno.it)

Il 5 maggio dell’anno due del terzo millennio si è installato sugli almanacchi della storia del calcio amaranto tra le date che ricordano i momenti più gloriosi, al fianco di altre alle quali abbiamo dovuto togliere le ragnatele. Un giusto premio, sentimentalmente parlando, a tutto il popolo livornese che dopo tante delusioni ha potuto finalmente festeggiare un traguardo che da trent’anni era diventato utopia; parlare del Livorno in serie B, considerando anche il fatto che solo dieci anni fa la squadra giocava in Eccellenza toscana, equivaleva a leggersi una pagina del Vernacoliere o non prendere la vita troppo sul serio.
Nel 1979-80 di Vitulano, Bedìn, Cappelletti e gli altri, non bastò la difesa meno battuta con Bertolini tra i pali per superare Catania e Foggia ; poi c’è stato il 1997-98 di Stringara, capace di vincere nove partite di fila all’inizio, come di non indovinare una trasferta nel girone di ritorno. Un certo Franco e qualcun altro fecero il resto ed in un triste pomeriggio perugino, la Cremonese si prese una promozione alla quale avrebbe fatto seguire due retrocessioni consecutive: pazzesco vero?
Cosa dire allora della stagione 2000-01, il più bel Livorno della mia vita, quando un campionato strepitoso è stato vanificato da due squadre, il Modena e il Como che, tanto per rendere meglio l’idea, in un solo salto lungo due anni hanno raggiunto la massima serie. Quel giorno al Sinigaglia il mondo è crollato addosso a tutti, ma proprio da quella sconfitta fatta di due pareggi (cosa c’entra l’autogol a tempo scaduto in 9 contro 11?) un signore di nome Osvaldo Jaconi, ha deciso che alla già lunga lista di promozioni non poteva mancare proprio il suo Livorno. Così, durante l’estate, mentre preparava con i tre moschettieri Cei, Longhi e Spinosa le nuove tabelle, ha trovato il tempo di fare uno spazio in bacheca, per quella che sarebbe stata la sua prossima squadra vincente.
Sono rimasti i portieri Ivan e Palmieri, i difensori Vanigli, Fanucci e Cannarsa ; Grauso, Stefani, Martino e Doga in mediana e la bandiera Igor Protti davanti con il fido Scichilone. Le spese di Spinelli e Corni hanno portato Piovani, Saverino, Alteri, Melara, Serafini, Perna, Basso, Amelia e quasi a mercato chiuso Michele Gelsi.
Il gruppo si è rivelato di notevole valore e alla fine del campionato la squadra, oltre alla prima posizione fatta di 73 punti in trentaquattro partite, ha potuto vantare il miglior attacco, il maggior numero di vittorie in trasferta, la più lunga serie positiva (dalla prima alla trentesima), il miglior cannoniere di tutti i campionati professionistici italiani.
Tutto ha avuto inizio in un pomeriggio settembrino in quel di Cesena ; dopo 20’ circa i cavallucci bianconeri erano andati a segno due volte e si abbandonavano alla gioia di battere subito una delle favorite, ma il loro sogno era già andato affievolendosi in apertura di ripresa, allorché un rigore di Protti aveva portato lo score sul 2-3. Finì in parità, ma cominciava a delinearsi nella squadra di Jaconi il carattere ed il temperamento di un gruppo vincente.
Per tutto il girone di andata ha fatto la voce grossa un buon Treviso, sulla cui difesa che garantiva i numerosi 1-0, Viscidi stava costruendo una squadra da record, mentre il Livorno alternava prestazioni esaltanti (1-0 ad Arezzo, 2-1 a Reggio Emilia, 2-0 nel derby, 3-0 a Trieste, 3-0 alla Lucchese) alle prove meno esaltanti, come i pareggi casalinghi con Padova e Monza, che hanno fatto credere a tanti, che i veneti fossero irraggiungibili.
Poi è arrivato lo scontro diretto e quel giorno, si è percepito che forse questa volta la squadra davvero aveva qualcosa in più; non carattere, non gioco, non rabbia, né fortuna (quella mai); solo la coscienza di aver indossato la maglia amaranto nella stagione giusta e sotto la guida di un grandissimo allenatore. Ivan cresceva in sicurezza, Vanigli non sbagliava un intervento che era uno, Gelsi diveniva sempre più il padrone del centrocampo, Protti era Protti. Livorno - Treviso 4-1 e si ricominciò.
Nel girone di ritorno, mentre calava il Treviso e cresceva lo Spezia, un break di cinque successi consecutivi (2-0 all’Arezzo, 4-2 a Ferrara, 4-1 alla Carrarese, 3-0 alla Reggiana e 3-1 nel derby di ritorno) ha chiarito a tutti che il Livorno era la squadra più forte ed è rimasta tale fino al giorno di aprile in cui l’undici amaranto, si è presentato allo scontro diretto con lo Spezia con 4 punti di vantaggio. Era la trentesima giornata e con essa sono arrivati: la fuga di Coti, il gol di Fiori, una prestazione incolore, la prima sconfitta, due espulsioni e tanta, tanta paura. Restavano quattro giornate ed un misero punto da difendere, unica alternativa la vittoria. Espugnata Monza con una punizione di Saverino e liquidato il Lumezzane con un pallonetto di Protti dopo neanche un minuto siamo arrivati alla partita decisiva, quella di Treviso. Una vittoria al Tenni avrebbe reso una formalità l’ultima giornata al cospetto dell’Alzano, ma al vantaggio di Piovani ha risposto l’ex Lorenzini e con lo Spezia vincente sul Padova il pari non serviva a niente.
Al 41’ di un secondo tempo giocato di continuo all’attacco, è arrivato l’agognato appuntamento con la storia e da una combinazione Mezzanotti-Alteri è scaturito il tiro di Igor Protti che per la prima volta ha strappato dalle voci dei tifosi amaranto un coro imponente che ha abbattuto ogni scaramanzia : SERIE B SERIE B.
Il 3-0 del 5 maggio ai danni dell’Alzano, ha consegnato agli archivi l’ufficialità di un primo posto meritatamente ottenuto dalla grande squadra che adesso andiamo a conoscere un po’ più da vicino :
Portieri : ANDREA IVAN, FRANCESCO PALMIERI, MARCO AMELIA :
Mentre i secondi si sono alternati in coppa Italia e Supercoppa, l’angelo biondo che va a legare le sciarpe alle porte dell’Ardenza ha disputato una stagione strepitosa, saltando un solo incontro. Partito un po’ sulle gambe come tutto il reparto, dopo i 3-3 con Cesena e Spal, ha spesso lasciato la porta inviolata rendendosi anche protagonista di interventi pregevoli. Indimenticabili, la parata d’istinto su Varricchio nel derby d’andata, il rigore intercettato da fermo a Parisi della Triestina e l’elegante dribbling a Comi dell’Albinoleffe. Ottimo anche come uomo assist, ha spesso avviato le progressioni di Protti verso la porta avversaria.
Difensori : RICHARD VANIGLI, STEFANO FANUCCI, YURI CANNARSA, ARMANDO PERNA, MATTEO MELARA, GIORGIO CHIELLINI, DAVIDE MEZZANOTTI :
Due giovanissimi dal sicuro avvenire come Perna e Melara, hanno fatto sempre il loro dovere nelle occasioni in cui sono stati chiamati a sostituire i titolari. Per Melara anche la gioia di essere andato a segno in due occasioni, quando contro Reggiana e Pisa ha potuto sfruttare la sua stazza sugli sviluppi di azioni di calcio d’angolo. Mezzanotti si è inserito bene risultando molto utile a fine stagione, ma la difesa della promozione sarà ricordata come il trio Cannarsa-Fanucci-Vanigli. I due marcatori, biondi ed atletici, particolarmente dotati nel colpo di testa hanno trovato nella consacrazione del capitano un’ottima guida. Per Vanigli questa quarta in amaranto, è stata la miglior stagione della carriera in cui spiccano prestazioni come la trasferta di Arezzo o partite in casa stravinte anche per la tranquillità garantita dal reparto arretrato. Chiellini lo aspetto in B l’anno prossimo.
Centrocampisti : TONINO MARTINO, ALESSANDRO DOGA, GENNARO RUOTOLO, MATTEO SERAFINI, DAVIDE SAVERINO, DAVIDE STEFANI, CLAUDIO GRAUSO, MICHELE GELSI:
Stessa zona di campo anche se diverse le mansioni, per questi ragazzi che in comune hanno, oltre alla maglia, la tendenza a correre per tutta la partita. Martino, Doga e Ruotolo si sono alternati sulle due fasce, alle volte dando spazio anche a Piovani o Mezzanotti, offrendo comunque un contributo decisivo alla causa segnando anche una rete a testa ; per Matteo Serafini, non molte sono state le occasioni di mettersi in luce, ma nelle poche che ha avuto, ha ripagato la fiducia del mister con due reti ed altre perle come l’assist goal di Varese o il mantenimento del pallone in zona franca mentre il tempo scadeva a Treviso. Sempre affidabili i motori di Stefani e Grauso (anche per lui due reti) che si sono alternati, specie nel girone di andata come scudieri di Michele Gelsi. Proprio l’elbano, conquistatosi subito il posto da titolare, col tempo ha messo in chiaro che il centrocampo era roba sua. Una capacità di proteggere palla e conquistare falli fuori dal comune, il lancio in profondità spesso preciso e la prestazione incredibile di Monza saranno quello che più ricorderò di questa sua stagione, dove se proprio vogliamo trovare un neo, non è mai andato a segno. Ci ha pensato per lui Davide Saverino, che potendo avvalersi di un buon sinistro ha violato per sette volte le porte avversarie. E’ importante sottolineare che in tre occasioni (ad Arezzo, col Varese ed a Monza) ha siglato l’1-0 finale facendo quindi nove punti da solo, ma al di là dei gol, il plauso a Save per questa stagione va anche per l’umiltà di aver accettato ruoli diversi, per la bravura nel calciare le punizioni per le botte che gli avversari non gli hanno certo lesinato.
Attaccanti : IGOR PROTTI, GIANPIERO PIOVANI, FABIO ALTERI, SIMONE BASSO, MASSIMILIANO SCICHILONE:
Il reparto offensivo ha vissuto per tutta la coppa Italia della verve della coppia Basso-Scichilone (a segno tre volte anche in campionato), mentre la domenica il tridente offensivo era Alteri-Piovani-Protti, con il primo a fare da ariete sfondando le difese per gli inserimenti dei compagni. Questo ruolo di sacrificio, non ha impedito a Sandokan di andare a segno in undici occasioni sfruttando soprattutto le sue doti nel gioco aereo, ma non sono da dimenticare i rigori provocati, la prestazione casalinga contro l’Arezzo e l’assist decisivo a Treviso. Pio c’è dice uno striscione in gradinata e le prestazioni di questa stagione che, nonostante l’età, l’ha visto dare tutto dalla prima all’ultima giornata segnando anche in più occasioni, confermano. Ha sbloccato il risultato ai danni del Treviso sia all’andata che al ritorno e di particolare importanza è stata la punizione con cui ha aperto le marcature nella vittoria a pallanuoto contro il Lecco, ma il suo numero più bello lo ha riservato al lato gradinata contro la Carrarese, quando sull’azione che ha portato al rigore del 4-0 ha zigzagato tra i difensori con un tunnel e un doppio passo prima di andare con precisione al cross.
Infine Igor Protti, con i suoi ventisette gol in trentuno partite, la sua maglia numero 10 che scende grande come una curva che si considera fiera della propria bandiera, ha ripetuto per tutto l’anno che non gli interessava la classifica cannonieri, ma solo la promozione, un grandissimo campione un uomo eccezionale. I se e i ma teneteli per voi, perché il ragazzo, si proprio lo stesso ragazzo che quindici anni fa segnava per salvare il Livorno dalla C2, tifa Livorno come un ultrà e con tanti di loro ha un ottimo rapporto. Quando è squalificato va in curva a cantare e sotto la maglietta da calciatore indossa sempre quella da tifoso. Davanti a tanto cuore sembra impossibile che il lato tecnico possa essere altrettanto consistente, ma sette doppiette, una tripletta, gli assist e i rigori procurati ci consegnano un giocatore che a trentaquattro anni ha trovato la forza di giocare il campionato più bello della sua vita. Le sue perle più brillanti ? Non basterebbe un libro, ma voglio ricordarne almeno cinque : a Lumezzane sull’1-1 in una giornata da giocare coi guanti riceve sulla tre quarti e in un attimo scarica una saetta nel sette del povero Borghetto; contro la Carrarese siamo già sull’1-0, ma è solo il 12’ quando Gelsi mette al centro un pallone a mezza altezza che Igor devia in rete di testa a pesce: che gol!
A Pisa il derby si avvia ad una conclusione serena dopo il 2-1 di Melara, ma a una manciata di minuti dal termine su un cross di Scichilone, Igor va in cielo a incrociare di testa la palla mandandola a spegnersi nell’angolo alto del malcapitato Ripa; contro l’Albinoleffe, sul 3-0 ha già segnato due volte e regalato un rigore che Alteri ha malamente sbagliato, ma quando da una quarantina di metri vede Acerbis fuori dai pali non resiste alla tentazione e gli indirizza al sette una traiettoria imparabile: che gol!
Per chiudere, il gol del 3-0 con l’Alzano suggellato da una deviazione di testa sul secondo palo agevolata da un atteggiamento difensivo fin troppo innocuo ; una rete che forse tecnicamente non ha niente di trascendentale, ma quando dopo questa rete numero 27, abbiamo visto Igor e l’artefice del capolavoro Osvaldo Jaconi che si abbracciavano con tanta foga lo abbiamo capito tutti che la B finalmente era arrivata davvero.


Arrivederci sui figurini


dedicato a Francesco Pulidori

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