domenica 30 gennaio 2022

Valter Cardinali, il primo gol amaranto in Eccellenza

«Cantini Ale, Rubino, Dinelli; Guariento, Nannipieri, Frolli; Biagiotti, io, Francesconi; Navone, Salvi».
La formazione snocciolata tutta d’un fiato. 30 anni sono un soffio per Valter Cardinali, mezzo destro di quel Livorno che nel 1991-92 stravinse in Eccellenza. Lui pose la prima pietra della rinascita: il gol della vittoria sul campo dell’Alabastri Volterra alla prima giornata: «Il 15 settembre 1991» conferma l’ex numero 8 amaranto. «Ci fu un lancio di Navone che picchiò sull’arbitro e mi aggiustò il pallone sui piedi; tirai... Il giorno dopo sul giornale scrissero che avevo tirato da trenta metri, ma erano di meno. Vi lascio immaginare la gioia. Io sono livornese e tifoso del Livorno. Sul momento non potevo realizzare che i tifosi amaranto si sarebbero ricordati di quel gol anche a distanza di tanto tempo. Sono passati più di trent’anni; eppure, ci sono sportivi che ancora mi rammentano per quella rete».
Qual era il segreto di quel Livorno che perse solo una partita?
«Eravamo uno squadrone con dentro tanti giocatori di serie C. Io provenivo dal Lecco. Rubino aveva addirittura fatto la B. E poi erano rimasti in amaranto Navone e Salvi assolutamente di altra categoria. Ma al di là di questo c'erano altri due aspetti. Uno, che fin dal primo allenamento abbiamo capito che avremmo affrontato avversari per i quali giocare contro il Livorno sarebbe stata una finale mondiale, così ci siamo subito calati nella mentalità da battaglia che serviva in questa categoria. Due, eravamo una squadra piena di livornesi. Ale e Bruno Cantini, Tano Salvi, Nannipieri, i ragazzi Faraoni, Fagiolini e Montagnani e anche Brilli, l'allenatore. Ho giocato anche altrove, sono stato un professionista serissimo, ma l’amore che si prova per la maglia del Livorno è di puro istinto, non costruito».
Il ricordo più bello?
«Non dimenticherò mai gli ottomila tifosi all’Ardenza per la partita con lo Staggia Senese. Loro non ci hanno mai abbandonato e questo pensiero mi emoziona ancora oggi».


Fabrizio Pucci da IL TIRRENO del 7/1/2022

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